Scrivere mi aiuta molto, i risultati sono modesti ma è uno sfogo, mentre leggere è la medicina delle medicine per risolvere al meglio questo mio momento.
Certo ci vuole il libro che mi "prende", ma devo ammettere che ultimamente ne ho trovati, specialmente tra i "gialli" (Coletta, Malvaldi, Manzini, Recami, Robecchi, Carofiglio, Camilleri ecc...) Sto proprio leggendo un giallo edito da Sellerio di Coletta "Amstel blues", e mi sembra interessante.
Ma oggi l'aiuto mi è venuto da vecchie foto, trovate riordinando, e che hanno messo in moto ricordi e sensazioni dimenticate. Un piccolo album del 1977, più di quarant'anni fa insomma, con poche foto sfocate di un viaggio in auto fatto assieme a mio figlio, mia mamma e il mio ex marito per andare a salutare uno zio arrivato in Sicilia dall'America, lo zio Tonino.
E ho scoperto, perché l'avevo del tutto dimenticato, di aver visitato Roma, di aver fatto tappa a Cosenza, dormendo nientedimeno che all'hotel Jolly, di essermi soffermata a Vietri sul mare, poi aver attraversato lo stretto di Messina... che se me lo avessero chiesto avrei giurato che io a Cosenza e Vietri non ero mai stata.
Quello che mi manca, e non sono riuscita a far rivivere, sono le emozioni di quel viaggio. Ero felice? O la china discendente del mio matrimonio era già iniziata?
Viaggiare, quando avevo le energie per farlo, era una delle mie "medicine" favorite, quindi probabilmente ero serena e curiosa di tutto...ma non me lo ricordo! Solo qualche "sprazzo" come l'attraversamento di Catania, allora splendida e fatiscente e spero che adesso sia soltanto splendida.
Voglia di viaggiare ancora ne avrei tanta, ma anche paura di non farcela. Esisteranno viaggi per ottuagenarie curiose e doloranti?
Intanto leggendo il libro di Coletta rivivo il mio viaggio ad Amsterdam che per fortuna ricordo ancora benissimo.
Nessun commento:
Posta un commento