Tristezza, noia, paura.
Paura tanta, ma non del virus.
Paura che questa lunga quarantena mi porti a una depressione, temo per me una sorta di demenza senile, me ne rendo conto giorno dopo giorno; una sorta di apatia, una mancanza di stimoli e desideri, un ritardo a compiere cose che poco tempo fa mi erano facili e a volte gradite.
Va bene, ho ottant'anni, compiuti proprio durante la quarantena , e qualche rallentamento fisico e mentale ci sta, ma non così, e non così in fretta.
Ho voglia di piangere e non ci riesco, ho voglia di sentirmi viva, di avere idee, di avere voglia di fare qualcosa...e invece butto questi lunghi giorni solitari nel niente.
Passerà? Lo spero, spero che la vita mi regali ancora qualche giorno mese o anno fuori da questo grigio, da questa solitudine obbligata.
Ma come fanno le suore di clausura?
E dire che sono stata sempre accusata di essere asociale, ed è vero, ma una scelta è diversa da un obbligo.
Ho voglia di abbracci, dati e ricevuti, ho voglia di chiacchiere con le "mie" persone: nipote, figli, amici...quei pochi ma che amo.
Ho voglia di sentirmi viva, almeno un po'.
sabato 9 maggio 2020
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solitudine/ salvezza
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