martedì 5 novembre 2019

Piove e sono triste-



Piove. 
Grigio...la faccia peggiore dell'autunno, che esalta la solitudine, la tristezza  e la paura.
Paura di questo niente, di questo grigio. Paura della vecchiaia. Paura della morte, e non solo della mia.
In giornate come questa mi sembra che tutto stia morendo: la terra, la vita, gli affetti umani e non.
Sta morendo la mia mente, la mia fantasia, sto forse morendo io, ogni giorno un pochino.
Solo il dolore è vivo, mi stringe lo stomaco, mi lascia attonita e indifesa, che sia la morte di una sorella, del cagnolino, di un amico reale o virtuale.
Cerco un'idea che mi stimoli, cerco un sogno. Scrivevo poesie, belle o brutte non importa, ma avevo la mente piena di parole e di voglia di scriverle. E scrivere mi liberava. Disegnavo anche, ma adesso guardo le matite e penso che sia inutile provarci, tutti disegnano meglio di me. 
E so che è colpa mia, e mi pento: sono stata, e sono, asociale, non avevo previsto che la solitudine mi assalisse, che "libertà" si potesse anche chiamare "solitudine".
Fortunatamente ogni tanto c'è un raggio di sole, una riunione di famiglia, un'uscita in allegria. 
L'ultimo raggio  è stato qualche sera fa, sono stata a teatro a vedere Giacobazzi (Noi. Mille volti e una bugia) e ho riso, riso, riso... come sempre quando lo vedo.  E anche riflettuto sulle "maschere" che, pare, tutti noi portiamo.

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