mercoledì 21 marzo 2018

#solitudine

Solitudine. Il mio vizio o la mia malattia?
A volte la cerco, altre, come in questi ultimi anni, la soffro. 
E per solitudine non intendo, o non soltanto, il vivere da soli.
Intendo la disabitudine al "frequentare" se non persone che veramente ti interessano, e che in genere non sono per niente interessate a frequentare te, per esempio.
Intendo non avere nessuno/a cui confidare i pensieri più intimi e veri, consapevole che a nessuno possano interessare.
Non avere nessuno che cerchi proprio te per lenire la sua, di solitudine.
Non so se è un dato innato del carattere o se è la vita che mi ha fatto questo "dono". E, comunque, avendo appena compiuto i 78 anni…è un dato di fatto, ritengo non modificabile.
E quando incontro un'altra solitudine la riconosco e ne soffro. 
Perché è sempre "troppo tardi". 
Pensavo a questo ieri sera, passando davanti alla casa dove è stato trovato morto da alcuni giorni un giovane uomo. Morto nel sonno. E nessuno se ne era accorto, nemmeno i vicini.
Solo sul posto di lavoro, perché mancava e non riuscivano a raggiungerlo al telefono, hanno avuto dei sospetti (non subito però…) e l'hanno cercato.
Ma a farmi sentire forte la solitudine di questa persona, è soprattutto il fatto che in un paesello piccolo come questo nessuno ne abbia parlato, scritto due righe, messo un fiore…niente.
Aveva due gattini, la sua compagnia, e sono in pena anche per loro: che ne sarà stato? Qualcuno li avrà adottati?
Ho trovato la sua pagina facebook, con le foto dei mici e poco altro, tranne, per fortuna, la frase di un amico. 
Mi ha riscaldato il cuore, qualcuno gli ha voluto bene, qualcuno lo pensa e lo rimpiange.
Riposa in pace, giovane uomo sconosciuto, da parte mia ogni volta che passerò davanti alla tua casa ti manderò un pensiero.

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