Interminabili inutili giornate, per festeggiare qualcosa in cui non credo più, il Natale, qualcosa che non capisco perché sia da festeggiare, il capodanno...e qualcosa che almeno figurativamente è divertente, l'Epifania detta familiarmente La Befana.
E' l'unica di queste festività che mi è simpatica.
Purtroppo, mentre da queste parti siamo indaffarati a spendere per regali che sicuramente non piaceranno, per luci e lucette...che però mi piacciono, per cibi che di certo faranno aumentare il peso lordo della popolazione, intorno a noi, vicino e lontano, accadono tragedie, catastrofi, incidenti.
Basta aprire la televisione all'ora dei telegiornali che tutta l'euforia festosa e festante se ne va.
E la televisione, sembra, non ci dice nemmeno tutto.
Gran can can perché si dovranno pagare le buste degradabili quando si fa la spesa, e nemmeno una parola per le vere tragedie in giro per il mondo.
E per il numero di incidenti stradali che a me sembra che in questi giorni siano vertiginosamente aumentati, e a morire, spesso e volentieri, giovani sotto i trent'anni.
Che fare per sfuggire a tutto questo?
Leggere, sognare, ricordare....
Sto leggendo Malvaldi, lettura leggera ma gradevole che riesce a sollevare il mio spirito, specialmente nei gialli del Bar Lume, coi suoi vecchietti (che poi hanno la mia età) e il parlare toscano che mi manca tanto.
Sognare....o meglio fantasticare, è un passatempo che poi mi riempie di tristezza, per la consapevolezza che quello che sogno non si potrà più avverare: un viaggio a Mont S. Michel che era una delle mete che mi ero prefissa da giovane, e un altro a Rio De Janeiro...non ce l'ho fatta, ci penserò nella prossima vita.
Oppure vivere, ancora una volta, in una bella casa col caminetto acceso come ho già avuto: Borgatella, Ponticella, Via Tambroni...in fondo sono stata fortunata almeno in questo!
Ricordare...ecco questo dovrebbe essere un esercizio da fare, per aiutare la memoria a non addormentarsi, a non ingrigirsi...a non dimenticare.
E mi sto accorgendo che non sempre, e non su tutto ho ricordi vividi.....
Oggi mia sorella mi ha raccontato che, quando eravamo ragazze, le ho fatto vivere la sua prima paura.
Abitavamo a S. Ruffillo allora, e ci scaldavamo con una stufa a carbone che tenevamo stivato in cantina e stava a noi andarlo a prendere diverse volte al giorno. Ovuli...mi pare si chiamasse quel tipo di carbone.
Beh..un giorno pare che io le abbia raccontato una storia paurosa su cadaveri e ossa umane nascoste sotto il carbone....mi è venuto da ridere, ma anche da vergognarmi: ma che brutta persona ero da ragazza?
Ma ricordare questo episodio mi ha portato a ripensare a quel periodo, a quella casa, alla piazzetta di S. Ruffillo, a me che me ne stavo seduta in terra accanto alla stufa, all'inizio dell'adolescenza. A babbo e mamma. Al 13 il "tram" che prendevamo per andare a scuola.
Alla lattaia, dove andavamo a prendere il latte con la nostra bottiglia, e lei lo spillava da grossi recipienti di metallo, al bar nell'angolo dove mamma ci mandava a comprare le sigarette sfuse: due , tre ...a volte le cartine per farne con le cicche.
E anche il vino, sempre con una nostra bottiglia.
E la merciaia dove, quando ho cominciato a portare le calze, le portavo a "rimagliare"!!! Una calza smagliata non si buttava, si faceva rimagliare....
Arrivano e mi sommergono i ricordi, disordinati e vivi.
Una signora che abitava all'ultimo piano, e ogni tanto usciva sulla terrazza e cominciava a cantare a squarciagola. La chiamavamo "la matta" poverina.
E i primi "filarini" come a Bologna si chiamano i giovani corteggiatori, S....che passava in bici sotto le nostre finestre, e mi prestava i giornalini di Pecos Bill...
Si, arrivano i ricordi, basta stuzzicarli un poco.
Scriverne adesso mi ha restituito un po' di serenità, credo che tenere un diario sia un'ottima terapia, almeno per chi come me è anziano e con una vita un po' noiosa.
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