giovedì 7 luglio 2016

#Làbas, una sera ...al'improvviso.




foto da internet

Ieri sera sono tornata, per qualche ora, a Bologna.
Che ho trovato un poco malandata, trascurata…fatiscente. 
Ma poi mi sono trovata in un luogo di cui ultimamente avevo tanto sentito parlare ma che non avevo mai visto.
E non avevo neppure capito bene cosa fosse.
Ne avevo sentito parlare negativamente, come di luogo non raccomandabile. 
E' stata una sorpresa, una bella gradita sorpresa.


Questo posto si chiama Làbas, in via Orfeo, a Bologna.

foto da internet

E' un luogo incredibile, una ex caserma che ora viene utilizzata per gli scopi più vari da "ragazzi" di tutte le età.
Per me, anziana 76enne che non ha mai frequentato luoghi del genere è difficile parlarne e far capire di cosa si tratta, e che emozioni mi ha procurato andarci.
Per spiegare userò parole non mie, che copio da un sito internet e che condivido, tratte da una lettera che gli abitanti del quartiere hanno mandato a chi invocava lo sgombero…già nel dicembre 2013:
"…..I ragazzi del collettivo Labàs hanno saputo ridare vita a questo luogo organizzando al suo interno un vero e proprio orto urbano, iniziative culturali e concerti, una sala studio per studenti delle superiori, un laboratorio creativo per bambini focalizzato sui temi dell’educazione alimentare e del riciclo ecologico, un laboratorio per la lavorazione del legno con materiali di recupero e un progetto aperto di Crowdhousing per riqualificare gli stessi spazi della caserma a scopo abitativo.
Senza dimenticare, inoltre, la pesante storia di questo luogo, che tra il 1944 e il 1945 è stato sede della repressione fascista e teatro di brutali torture.
L’elemento che oggi più caratterizza questa realtà è l’inclusività: l’apertura al coinvolgimento, al dialogo, al confronto su progetti e iniziative di interesse comune per ridare significato a questo spazio…."

foto da internet

Non so da dove è partita l'idea, non so chi faccia parte del collettivo e sostenga il progetto, ma so che dopo essere entrata e avere girellato un po' ho pensato che era un posto magnifico, la piazza ideale per il "luogo ideale" dei miei sogni.

Ho avuto la fortuna di capitarci di mercoledì, giorno di "mercato" ed era pieno di banchetti di ogni tipo, ma sopratutto mi ha colpito la parte dedicata al biologico.

E poi…le persone, l'atmosfera: bambini, cani, giovani di ogni tipo, persone anziane….in gruppi o sparpagliate, seduti ai tavolini o per terra in circolo, serenamente.

Mio figlio mi ha suggerito l'immagine di un luogo medievale e si, era calzante!

Poi un giro a vedere le attività: bella, pulita, profumata di legno la falegnameria, e al piano superiore mi ha incantato il lungo corridoio decorato da disegni e graffiti…se avessi la casa adatta vorrei un corridoio così. 

C'è addirittura un orto ricavato dove era solo cemento, e poi la pizzeria…insomma tutto mi ha stupito e rallegrato.
Ma sopratutto e più di tutto, mi ha colpito quella cosa impalpabile e difficilmente descrivibile che si potrebbe chiamare "atmosfera" e che nella lettera pubblicata sopra definiscono un po' con la parola "inclusività".
Ci tornerò, mi informerò, ne scriverò ancora.

Anche perché Via Orfeo ha fatto parte della mia vita, i miei figli andavano a scuola lì vicino dalle suorine, e io sono stata a scuola in Via Santo Stefano, vicino a Laganà, ai tempi mitica pasticceria…ci sarà ancora?
Tanti i ricordi, le emozioni nel rivedere quei posti "miei" e ancora maggiore per questa ragione la soddisfazione di vedere che adesso c'è questo posto per me inimmaginabile.




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