Pensieri
deliranti, in una lunga solitaria e noiosa domenica di nebbia.
Mi
domando "perché sono qui, come è successo….quale destino si
sta compiendo?"
Mi
rispondo con un concetto che dentro di me è abbastanza chiaro ma non
riesco mai completamente ad esprimere, e che più o meno è
"nessuna azione, di nessuno di noi, è fine a se stessa. Avrà
ripercussioni piccole o grandi nel tempo, e non solo su di noi."
Cioè ogni azione è come un sassolino gettato nello stagno che provoca
cerchi concentrici via via più larghi.
Ogni
decisione, ogni scelta anche la più personale, e la meno
"importante", avranno incalcolabili ripercussioni nel nostro
e altrui destino.
Cose
importanti e cose banali. Un esempio per chiarire: in questo paesello della bassa, che non amo, che non avrei mai scelto, ci vivo perché
mia figlia e l'allora suo fidanzato trovarono qui
l'appartamento che costava meno. Scelta loro e basta sembrava. E
invece eccomi qui, perché amo mia nipote e lei ha, o aveva, bisogno
della nonna. Potrei fare tanti esempi, della mia o dell'altrui vita,
ma credo che ognuno di noi abbia fatto simili esperienze. Non parlo
della teoria della causa-effetto, o forse si ma in modo allargato.
Anche
le filosofie orientali, delle quali un tempo ero innamorata e alle
quali anche adesso un poco mi ispiro affermano da sempre che
ogni cosa è connessa.
Queste
riflessioni da un lato mi caricano di immenso senso di
responsabilità, dall'altro me ne liberano: farò cose di cui non
posso intuire le lontane ripercussioni, ma subisco avvenimenti, belli
o brutti che siano, di cui non sono responsabile.
Mi
sovviene, dai lontanissimi tempi della scuola, che forse qualche
filosofo greco o latino già ne aveva parlato. Certamente l'argomento
ha interessato cultori di esoterismo e paranormale.
Ma
allora dov'è il senso di tutte le diatribe, le accuse, le polemiche
che in questo periodo riempiono giornali, televisione e social su
internet:sulla politica, sulla religione, sul calcio…
Se
si fa proprio questo concetto, che le cose che accadono ora hanno
radici lontane, non ha più senso la contrapposizione, l'accusa... se
gli eventi sono il risultato di antiche scelte che probabilmente
sembravano giuste si può solo cercare di limitarne i danni, e di
contro-agire per annullarne gli effetti. Forse…..
Alla
fine mi arrotolo in questi astrusi pensieri, non ho abbastanza
cultura o intelligenza per uscirne con un enunciato semplice e
accettabile, e concludo con una frase che ho letto in altro blog:
"…alla
fine resta un punto focale: accade ciò che accade; o non accade, o
se accade esso è perfettamente normale."
E
aggiungo, di mio: Mariella, smettila di farti tante seghe mentali quando ti annoi !
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