domenica 6 dicembre 2015

#come un sasso nello stagno

Pensieri deliranti, in una lunga solitaria e noiosa domenica di nebbia.
Mi domando "perché sono qui, come è successo….quale destino si sta compiendo?"
Mi rispondo con un concetto che dentro di me è abbastanza chiaro ma non riesco mai completamente ad esprimere, e che più o meno è "nessuna azione, di nessuno di noi, è fine a se stessa. Avrà ripercussioni piccole o grandi nel tempo, e non solo su di noi." 
Cioè ogni azione è come un sassolino gettato nello stagno che provoca cerchi concentrici via via più larghi. 

Ogni decisione, ogni scelta anche la più personale, e la meno "importante", avranno incalcolabili ripercussioni nel nostro e altrui destino.

Cose importanti e cose banali. Un esempio per chiarire: in questo paesello della bassa, che non amo, che non avrei mai scelto, ci vivo perché mia figlia e l'allora suo fidanzato  trovarono qui l'appartamento che costava meno. Scelta loro e basta sembrava. E invece eccomi qui, perché amo mia nipote e lei ha, o aveva,  bisogno della nonna. Potrei fare tanti esempi, della mia o dell'altrui vita, ma credo che ognuno di noi abbia fatto simili esperienze. Non parlo della teoria della causa-effetto, o forse si ma in modo allargato.
Anche le filosofie orientali, delle quali un tempo ero innamorata e alle quali anche adesso un poco mi ispiro affermano da sempre che ogni cosa è connessa. 
Queste riflessioni da un lato mi caricano di immenso senso di responsabilità, dall'altro me ne liberano: farò cose di cui non posso intuire le lontane ripercussioni, ma subisco avvenimenti, belli o brutti che siano, di cui non sono responsabile.
Mi sovviene, dai lontanissimi tempi della scuola, che forse qualche filosofo greco o latino già ne aveva parlato. Certamente l'argomento ha interessato cultori di esoterismo e paranormale.
Ma allora dov'è il senso di tutte le diatribe, le accuse, le polemiche che in questo periodo riempiono giornali, televisione e social su internet:sulla politica, sulla religione, sul calcio…
Se si fa proprio questo concetto, che le cose che accadono ora hanno radici lontane, non ha più senso la contrapposizione, l'accusa... se gli eventi sono il risultato di antiche scelte che probabilmente sembravano giuste si può solo cercare di limitarne i danni, e di contro-agire per annullarne gli effetti. Forse…..
Alla fine mi arrotolo in questi astrusi pensieri, non ho abbastanza cultura o intelligenza per uscirne con un enunciato semplice e accettabile, e concludo con una frase che ho letto in altro blog:
"…alla fine resta un punto focale: accade ciò che accade; o non accade, o se accade esso è perfettamente normale."

E aggiungo, di mio: Mariella, smettila di farti tante seghe mentali quando ti annoi !

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