giovedì 31 dicembre 2015

#di sogni incubi e sonniferi

Non sogno più. 
Devo scegliere tra  sognare qualcosa e dormire pochissimo o prendere un sonnifero e farmi qualche ora di sonno profondo e vuoto.
Questo da due anni, abitudine presa in ospedale e che non riesco ad abbandonare. Quando ci provo, non dormo.
Ma stamattina, sentendo qualcuno chiacchierare su sogni ricorrenti, rivelatori ecc….mi sono ricordata che da bimba  e poi da adolescente e giovane donna avevo alcuni sogni ricorrenti e un po' angosciosi. 
Se rivelassero qualcosa non saprei.
Uno dei più angoscianti era il sogno del "gabinetto": colta da impellente necessità andavo in bagno, calavo le mutandine e iniziavo a espletare. A quel punto mi trovavo nel bel mezzo di qualche situazione mondana, gente che mi passava davanti, che si soffermava a chiacchierare anche se non con me, me ne ricordo uno dove ero in un locale pubblico proprio davanti all'attaccapanni e le signore arrivavano, si toglievano le pellicce, si salutavano…..Era orribile la paura che mi vedessero, ma non ricordo se è mai successo, o come potessi fare a nascondermi o defilarmi. 
Probabilmente mi sono sempre svegliata prima.
Ricordo però che io ero "in primo piano" e le situazioni sempre un po' sfumate, meno nitide.

Un sogno dell'infanzia era quello del cerchio: non so come finivo in mezzo ad un cerchio, il più delle volte disegnato sul terreno o sulla sabbi, ma poi non riuscivo più a uscirne, qualche forza malvagia mi tratteneva, o faceva muro…A volte sul perimetro del cerchio spuntavano spine, o reti di filo spinato..
Succedeva anche che mentre ero nel cerchio mi accorgessi di essere nuda o seminuda. Terribile.
Italo Valenti - Il sogno - 1939

Spesso volavo, mi sentivo proprio sollevare dal letto e volteggiare nella stanza e fuori, ma questo, a parte le rare volte in cui finivo col precipitare, mi piaceva. Mi hanno detto che questo è abbastanza comune, e ha qualche attinenza col "Viaggio Astrale".
Un vero e proprio incubo, che mi ha segnato anche da sveglia, era quello di trovarmi sull'orlo di un precipizio, un burrone, una terrazza senza protezione. Quando succedeva, e se non prendessi sonniferi succederebbe ancora, mi svegliavo di colpo, bagnata di sudore. A questo si accompagna che veramente, nella vita "da sveglia" non riesco a guardare nel vuoto: burroni e precipizi mi inquietano. Anche alla guida dell'auto se costeggio anche solo un piccolo fossato devo guardare dritto davanti a me o vado in crisi.
Poi, da adulta, ho fatto un corso sui sogni, che consigliava di scriverli appena svegli e rileggerli in seguito. Sembra che la nostra mente sia portata a mistificare, a edulcorare i sogni troppo crudi e per questo scriverli subito dona la certezza, o quasi, di scrivere ciò che veramente si è sognato.
Ricordo che il testo si chiamava "Impara a sognare" di Gabriella Ferro, ed aveva stretti legami con esoterismo e simili. Ce l'ho ancora e stasera me lo rileggo.


Non ricordo quasi nulla di quel corso, ma a qualcosa è servito: non ho più fatto sogni ricorrenti o paurosi, anche quando non prendo sonniferi.

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