mercoledì 18 novembre 2015

#pietà per tutti

La pietà per le vittime dell'attentato terroristico a Parigi stanno man mano lasciando il posto a fiumi di parole, polemiche, interpretazioni di tuttologi di ogni colore e bandiera.
Giornalisti che credevo sepolti tornano alla ribalta per dire la loro, i razzisti si sbracciano cercando di manipolare la strage e "cacciarli via tutti"...
Ma la polemica che incontro più spesso, e in minima parte ho partecipato con qualche commento anche io, è: perché tanto risalto alla strage di Parigi, quando altre stragi, per esempio a Beirut pochi giorni prima sono passate sotto silenzio?
Nel mio caso intendevo dire: 
perché la stampa, i media non ne hanno quasi parlato? Nel mio cuore e nella mia mente i morti e sopratutto i bambini e i giovani uccisi barbaramente sono tutti uguali, e per tutti provo pietà, sdegno, rabbia.
Parigi e i suoi morti mi hanno straziato, ma hanno anche riportato alla mia mente tutti gli altri….
Ma le risposte, forbite, argomentate, logorroiche, in molti casi polemizzano con  qualcosa che non è stato detto: rispondono che è lecito portare il lutto per chi è più vicino, dispiacersi per i luoghi che si conoscono,come se la vittima fosse il luogo e non le persone, e che comunque non è giusto sindacare sul perché e per chi ognuno prova dolore, lutto, compassione. 
Ecco, su quest'ultima eccezione sono assolutamente d'accordo: ma allora perché state discutendo e polemizzando se a me/noi fanno soffrire anche bombardamenti su civili Siriani, libanesi o di OGNI altra parte del mondo? E se una strage ne porta alla memoria tante altre? 
Ho amato e amo svisceratamente Parigi, è il posto in cui, dopo Firenze, mi piacerebbe vivere. 
Ma questo può cambiare qualcosa davanti a decine di civili morti sotto i bombardamenti, in altre parti del mondo? 

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